Lo sai che le attuali tecniche costruttive dei fabbricati aumentano il rischio di incendio?
Il rogo della Torre Moro di Milano ne è un chiaro esempio.
In quel caso almeno non ci sono stati morti, a differenza dell’incendio della Torre Grenfell di Londra che ha causato ben 72 vittime.
Perché questi due incendi così devastanti?
Nel caso dell’incendio alla Torre Moro la “colpa” è nel cappotto, costruito in materiali combustibili.
L’incendio di Milano ha avuto inizio forse nell’appartamento di un condomino a causa di un corto circuito in un elettrodomestico, o forse per un mozzicone di sigaretta ancora acceso che ha innescato un principio di incendio e, quello che in condizioni “normali” avrebbe causato danni a un paio di appartamenti e nulla più, ha invece completamente distrutto un palazzo di 18 piani che ha iniziato ad ardere come una torcia distruggendo l’intero palazzo in pochi minuti; 70 famiglie (circa 200 persone) in mezzo a una strada, senza più nulla: un mobile, un vestito, nulla.
Lo spazio tra il cappotto e la facciata del palazzo ha fatto da camino, la struttura in alluminio che àncora il cappotto al fabbricato e letteralmente “colata” a causa dell’elevata temperatura, complice anche un impianto antincendio insufficiente … ma forse non sarebbe comunque servito a molto visto il poco tempo che le fiamme hanno impiegato a divorare il palazzo.
Ma il cappotto in materiale combustibile non è l’unica fonte di incendio.
Elementi nuovi sono stati introdotti nella costruzione di case e palazzi negli ultimi 20 anni.
Ci sono le colonnine di ricarica delle auto elettriche o ibride che spesso sono posizionate all’interno di box e non all’aperto come una corretta e prudente progettazione vorrebbe. Non è infatti un caso che le stazioni di ricarica delle batterie dei muletti, negli stabilimenti, siano posizionate sotto tettoie all’aperto o in fabbricati separati
E poi le batterie di accumulo dei pannelli solari che tendono a surriscaldarsi, collocate solitamente nel sottotetto; un sottotetto dove spesso il legno la fa da padrone.
Sono molto frequenti infatti le nuove costruzioni con strutture portanti del tetto in legno. Negli anni del boom economico il cemento armato ha sostituito le orditure in legno, ma da una decina d’anni si è tornati a costruire le strutture portanti del tetto in materiale naturale, e non solo per un fatto estetico.
E come la mettiamo con le canne fumarie? Non sempre a norma, non sempre isolate accuratamente, spesso a contatto con le travi del tetto.
Lo sai che tra la canna fumaria in metallo e la struttura circostante deve essere interposto un doppio strato di muratura con una intercapedine con spazio vuoto?
Il tutto condito da un senso di sicurezza che ci viene dall’errata convinzione di poter dominare e controllare gli elementi, che si somma ad un’altra errata convinzione: che le case moderne non bruciano.
Niente di più sbagliato!
Se da una parte la tecnologia ci semplifica indubbiamente la vita, dall’altra ci espone a nuovi rischi.
Le nostre case si sono riempite di elettrodomestici, impianti di domotica, nuovi tessuti e materiali meno “naturali”, costruiti con materie prime derivanti da residui di lavorazione degli idrocarburi e plastiche: pensiamo ad una semplice felpa di pile.
Lo sai che la tua felpa di pile è altamente infiammabile? Lo sai che è prodotta con gli scarti del pet? Il materiale con cui sono costruite le bottiglie di plastica?
In conclusione le nuove normative, le nuove tecniche costruttive, gli incentivi finalizzati a ridurre il consumo energetico e l’inquinamento hanno effetti collaterali.
L’importante è conoscerli ed imparare a conviverci cercando, per quanto possibile, di non vivere passivamente la problematica della sicurezza della nostra casa e delle persone che vi abitano.